lunedì 21 marzo 2011

Le scuole nazionali.

Le scuole nazionali.
All'inizio della seconda metà dell'Ottocento, iniziarono a delinearsi i presupposti per la nascita di scuole musicali alternative alle grandi tedesca, francese ed italiana che, con vari contributi, per alcuni secoli avevano monopolizzato il panorama. In realtà, si potrebbe parlare di scuola, nel senso accademico del termine, solo nel caso russo, con il gruppo dei Cinque, mentre nelle altre situazioni il termine "scuola" indicava più astrattamente una tendenza, un filone artistico.

 

La scuola boema

La scuola boema nacque idealmente con Bedřich Smetana, che tendeva al recupero del patrimonio culturale senza rinnegare i valori culturali europei. Di lui si ricordano i sei grandi poemi sinfonici per orchestra raccolti con il titolo "Ma vlast" (la mia patria), e l'opera "La sposa venduta".
Prosecutore dell'opera di Smetana fu Antonín Dvořák, che risentì dell'opera Brahmsiana nelle sue 9 sinfonie, tra le quali spicca la quinta (o nona) "dal nuovo mondo", composta appunto durante il suo soggiorno statunitense dove ricoprì l'incarico di direttore del conservatorio di musica di New York. Essa risente, anche se in modo velato, dei canti popolari "spirituals" propri della cultura di quelle terre.

La scuola scandinava

La scuola scandinava-nordeuropea non annoverò grandi musicisti in grado di ricalcare le orme dei ben più famosi drammaturghi che animavano l'arte letteraria in quei tempi: su tutti spiccavano solamente le figure di Franz Berwald in Svezia, Johan Jiulius Sibelius  in Finlandia, Niels Gade in Danimarca, Edvard Grieg in Norvegia, il quale musicò l’opera “Peer Gynt” di Ibsen. (Ibsen è considerato il padre della drammaturgia moderna, per aver portato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni e il profondo maschilismo)


La scuola inglese

La scuola romantica inglese fu incentrata sulla figura di Edward Elgar,  che lanciato nel panorama musicale mondiale delle "variazioni enigma" Op.36 per orchestra, proseguì la sua carriera di compositore con la produzione di alcuni poemi sinfonici, come "Falstaff", di derivazione Shakespeariana.

 La scuola spagnola

La scuola spagnola nacque ad opera del teorico, musicologo e compositore Felipe Pedrell, che mirò ad una valorizzazione del folklore popolare senza incorrere nelle esagerazioni esuberanti che tanto piacevano a Rimskij-Korsakov. Pedrell ebbe tra i suoi seguaci il grande Isaac Albéniz.
l pianista ed in seguito compositore Enrique Granados, anch'egli allievo di Pedrell, raggiunse fama e prestigio alla tastiera con la suite "Goyescas", ispirata alle opere del pittore spagnolo Francisco Goya, tanto che una successiva elaborazione del pezzo diventò un'opera di scena. Di lui si ricordano anche le dodici "danze spagnole" sempre per pianoforte.

La scuola russa

Ad aprire la strada per il rinnovamento e la formazione di uno stile musicale personalizzato per questa nazione fu Michail Ivanovič Glinka, che avendo modo di viaggiare molto in tutta l'Europa, conobbe ed ammirò molti stili musicali differenti, dal francese al tedesco allo spagnolo, innamorandosi di quest'ultimo grazie anche al fascino esercitato su di lui dalla particolare sensibilità esotica di quella realtà.
Nella seconda metà dell’ottocento, spiccarono  altre due figure: Anton Rubinstein e Pëtr Ilič Čajkovskij.
Čajkovskij scrisse anche alcune opere teatrali tra cui spiccano "Eugenij Onegin" su testo di Puskin, che riproponeva il tema dell'"antieroe" che rifuggeva dall'amore, e "la Dama di picche": entrambe piene di spunti pessimistici. Il genere però che permise a Čajkovskij di esprimersi al meglio fu quello del balletto: i tre capolavori "Lo schiaccianoci", "Il lago dei cigni" e "La bella addormentata nel bosco" rappresentano una vetta insuperata nel genere e costituiscono il primo vero esempio di balletto con musiche, non di mero accompagnamento alla scena, ma con un proprio altissimo valore artistico. Da questi celebri balletti venne poi assemblata una suite di brani orchestrali da eseguire senza il supporto scenico.

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